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“L’Islam con gli occhi a mandorla”

L’Islam cinese, attualmente, sta percorrendo una fase di “fioritura”, grazie alla modifica portata alla Costituzione della Repubblica Popolare Cinese del 1982, dalla quale si vede concedere il diritto di professare liberamente il proprio culto/credo religioso, più precisamente trovando tutela nell’art 36 della Costituzione cinese, citato anche nell’articolo su “La lotta delle investiture tra il Governo Cinese e la Santa Sede”.

Comunque, come suol dire: repetita iuvant:

Art.36 Costituzione della Repubblica Popolare Cinese

“I cittadini della Repubblica Popolare Cinese hanno libertà di credo religioso.

Nessun organo statale, nessuna organizzazione sociale e nessun individuo deve costringere i cittadini ad avere una credenza religiosa, o discriminare tra cittadini che hanno una credenza religiosa e cittadini che non hanno una credenza religiosa.

Lo stato protegge le attività religiose praticate sul territorio nazionale.

Nessuno deve usare la religione, per danneggiare l’ordine sociale, nuocere alla salute dei cittadini, ostacolare l’ordinamento educativo dello stato.

Le associazioni e gli affari religiosi non devono essere manovrati da influenze straniere.”

Tuttavia,  questa tolleranza mostrata verso le confessioni religiose è solo un’apparenza, perché alla fin fine i ministri di culto di quelle religioni che manifestano liberamente il proprio credo, devono aver  precedentemente stipulato un accordo con il Governo di Pechino e per dirla tutta devono avere persino l’approvazione dell’Ufficio di Stato per gli Affari Religiosi.

Quando facciamo riferimento  ai musulmani cinesi, intendiamo un gruppo etnico abbastanza copioso, sono presenti oltre dieci etnie differenti.

Le diverse etnie sono tutte figlie di una stessa fonte, ma hanno ognuno di loro una visione/versione differente, probabilmente “causata” sia dalla mescolanza etnica che culturale.

Oggi, le etnie dell’Islam cinese di maggior spicco sono:

-gli Urighuri

(in grafia araba uyghur) dell’Asia centrale, popolazione turca stanziata già nel territorio che ora è chiamato Mongolia, ma una città simbolo di questo gruppo musulmano è il Kashgar nel Xinjiang (新疆), cui persino il famoso viaggiatore italiano Marco Polo (1273 d.C.) ha dedicato due righe nella sua opera “Il Milione”,  sorpreso dalla fiorente attività commerciale e mercantile, e che ancora tutt’oggi rappresenta uno dei luoghi più suggestivi della Cina nel contesto commerciale o imprenditoriale;

-gli Hui sparsi in tutta la Cina, in particolar modo nel Guangzhou-   广州 (noto al mondo Occidentale come la città di Canton) precisamente nel quartiere di Xi’an che ho avuto il modo e l’occasione di visitare quest’Estate durante il mio viaggio di circa due mesi nella Repubblica Popolare Cinese: posso affermare che Guangzhou è veramente la “Madre o la culla degli affari imprenditoriali” ;

-Kazakh, una comunità nomade di origine turca, guidato dal movimento nazionale di ispirazione islamica “Alash Orda’ che è situata, attualmente, nella regione autonoma del Sinkiang oTurkestan  (Xinjiang-新疆).

L’Islam cinese ha mantenuto salde “le sue radici e le sue foglie”, malgrado il periodo di persecuzione religiosa sempre risalente al decennio della Rivoluzione Culturale Cinese, ma grazie all’entrata della Cina nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO- World Trade Organization) nel 2001, i rapporti con il mondo esterno hanno cominciato ad avere un andamento sempre più “flessibile”.

Questo ingresso o potremmo dire ancora meglio, quest’apertura strategica da parte Repubblica Popolare Cinese ha giovato molto, oltre all’economia locale, anche ad una forte immigrazione commerciale da parte di popolazioni musulmane  africane, dando così l’opportunità alla comunità musulmana cinese di svilupparsi e di allargarsi.

Tuttavia, la cosa più bella in assoluto che mi ha colpito maggiormente, è stata quella di vedere per la prima volta in vita mia una donna cinese che porta il velo, quasi la creazione, neanche voluta appositamente di un nuovo “tipo”. Questo incontro mi ha veramente lasciato senza parole ma, in compenso, mi ha dato tante speranze ed auspici per un domani multi-etnico, multi-culturale e Multi-Velo.

08/11/2012                                                                                                                  Jin  Cai


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